Per noi ragazzi degli anni 80 può sembrare qualcosa di visto nei film di fantascienza che guardavamo da bambini, per i millennials invece, il titolo di questo articolo è molto meno “sconvolgente”. La notizia è questa: Facebook ha comprato Ctrl-Labs una startup il cui progetto di punta è quello di inventare un sistema che permetta alle persone di comunicare con gli utenti tramite gli impulsi cerebrali.
Che cos’è Ctrl-Labs e cosa ha fatto?
Ctrl-Labs è una startup che ha attirato l’attenzione su di sé per aver realizzato degli studi sulla possibilità di trasformale gli impulsi cerebrali in comandi per i device che utilizziamo tutti i giorni. Per il momento tutto questo funziona tramite l’utilizzo di: “un device”, si, un device che ci aiuterà ad utilizzare tutti gli altri devices. Dalla Ctrl-labs ci tengono però a precisare che questo “braccialetto” come lo definiscono loro, che in realtà somiglia più ad una fascia che ad un braccialetto, presto sparirà e lo stesso effetto verrà ottenuto impiantando dei microscopici elettrodi nel midollo spinale.
I Fatti
Thomas Reardon CEO e cofondatore di Ctrl-Labs durante un’interessante conferenza che potrete trovare di seguito a questo articolo ha spiegato come avviene tecnicamente la trasmissione degli impulsi cerebrali. Ha inoltre fatto il punto sulla sperimentazione e ha chiarito quali saranno i prossimi passi, mostrando video esplicativi e contenuti dimostrativi in cui è possibile vedere come funziona questo nuovo tipo di tecnologia. È quindi già possibile utilizzare questo braccialetto per muovere avatar sullo schermo di un computer e quindi, parlando di business questa tecnologia tra qualche anno verrà sicuramente utilizzata nel mondo dei videogame e come spesso succede il passaggio dalla realtà virtuale alla realtà pura sarà breve.
Cosa c’entra Facebook?
Facebook ha deciso che un pezzo di questa torta deve assolutamente essere suo e ha scommesso, su Ctrl-labs, acquistandola e unendo il team della start-up al proprio team di sviluppo per la realtà virtuale che si chiama Facebook Reality Labs team. Andrew ‘Boz’ Bosworth, responsabile del team di Facebook si dice entusiasta di questa operazione e aggiunge:
“Trascorriamo molto tempo a cercare di far sì che la nostra tecnologia faccia quello che vogliamo, piuttosto che goderci le persone che ci circondano. Sappiamo che ci sono modi più naturali e intuitivi per interagire con i dispositivi e la tecnologia. E noi li vogliamo costruire. Ecco perché abbiamo accettato di acquistare CTRL-labs ed unire le forze con il nostro team di Facebook Reality Labs. Questa tecnologia rappresenta il futuro, unendo le nostre forze la produrremo in scala e la faremo entrare rapidamente nei beni di consumo”
La sfida
È una sfida insomma quella intrapresa da Facebook, l’affare è miliardario, ma a Cupertino sono sicuri di quello che fanno e mirano, tra qualche anno, a moltiplicare gli introiti proprio grazie a questa tecnologia. Sono sicuri che una volta lanciata e superate le prime perplessità il bracciale per la trasmissione dei pensieri prenderà sempre più piede finché non se ne potrà più fare a meno. Proprio come dice Thomas Reardon durante la sua conferenza: sarà come avere mani con sei dita e come se avessimo 8 braccia, potremo fare cose che adesso, per ovvi motivi, non possiamo fare.
Ma ci sono delle controindicazioni?
Come in ogni cosa fatta dall’uomo, l’unica controindicazione è che questa ci sfugga di mano. È stato così per molte invenzioni in passato. Pensando a questa in particolare, la preoccupazione va ad una probabile violazione della privacy. Abbiamo parlato fino ad ora dell’uomo che utilizza questa tecnologia per comandare dei devices e quindi di una comunicazione unidirezionale ma se invece si potesse fare anche l’inverso, avere cioè una comunicazione bidirezionale che permetta non solo al nostro cervello di mandare degli ordini ad una periferica tramite il pensiero ma anche a quella periferica di leggerci nel pensiero?
Vi lasciamo con questo interrogativo e con il video dell’affascinante presentazione di Thomas Reardon
Ti potrebbe interessare anche questo nostro articolo sul Neuromarketing